Sconvolti sul limite estremo
“Il neologismo _sonder_ (l’accorgersi che ognuno ha una sua storia) definisce quel momento in cui vi rendete conto che tutti intorno a voi hanno una vita interiore ricca e conflittuale quanto la vostra” (Seth Godin)
Non mi sono mai stracciato le vesti per il marketing di Seth Godin. Come Scott Galloway ad un certo punto della vita “devi diventare mainstream”, e siamo ormai lontani da suoi libri di alta qualità come Unleashing The Ideavirus. Mi sono avvicinato al libro “questo è il marketing” per tenere un corso di Customer Delight, che non è proprio un tema banale.
Prima di parlarne, una confessione “personale”. L’altro giorno mi sono trovato in campo da tennis con la moglie di un bravissimo ragazzo che ha avuto un brutto episodio mentre giocava, la cosa mi ha fatto pensare non poco. Lo stress è un moltiplicatore pazzesco della già scarsa attitudine che abbiamo a volerci bene, è davvero importante cercare di tenere la barra dritta. Personalmente vivo lo stress come la somma di un mio 40% di decisioni sbagliate (dico si alle cose se mi piacciono, non se ho il tempo di farle, poi arrivano) e 60% di decisioni di altri che violentano il mio tempo entrandoci in scivolata. Costruire barriere all’entrata più solide verso la nostra agenda è senza dubbio un modo per lavorare meglio. Potrebbe essere un dei propositi di Ferragosto.
Però ci sono anche le cose belle. Mi sono sparato un simposio (cos’è un simposio, boh?) con i bravissimi ragazzi di Hotpot Italia, a farmi compagnia il responsabile marketing del Venezia Calcio (stanno facendo un lavoro pazzesco sul branding), il CEO di Pinarello ed il team di Hotpot, ne è nata una gustosissima discussione. Ho capito che esiste un underground che siamo chiamati a mappare, roba così:
Diventa anche tu re dello spiedo e dello stile. A un certo punto Giannasi si spara una collabo con Carhartt, e si vola. (Sbam, andiamo a vestirci!). Di cose così ce ne sono parecchie, come il Bar Picchio che rinasce come luogo di tendenza low cost nella Milano della Bentoteca.
Sembra quasi che lavorare per brand piccoli sia più divertente, ma il top management come se la passa? Non nascondo di aver faticato non poco a portare a casa una docenza sull’idea di deliziare l’utente. Io il Marketing Manager oggi lo vedo più o meno così:
Sconfiggi a martellate una marmotta, ne saltano fuori altre 2 (in foto la versione non marmottosa). Proviamo a mettere per terra alcuni appunti sul tema:
Allargare le basi della propria comunicazione non può far male, l’ad library appena lanciata da Tik Tok ci aiuta in tal senso a capire cosa fanno i competitor su questa piattaforma
I 6 punti di frizione nella Customer Experience da evitare secondo McKinsey (oggettivamente un pippone ma ottimo per slide consulenzialissime), aggiungo anche un etto di CX e GenZ
Più gustoso, AI & Content Marketing. Difficilissimo, AI spiegata difficile. AI e mestieri
Altri appunti sul tema:
How to outsmart a saturated (dall’AI) Serp?
Devi fare 3 cose:
Diversify your content: Keep adding SEO content, but experiment with new content approaches, like backlinks and social media. Try your hand at thought leadership content that adheres to Google’s preferences for subject expertise, authority, and trustworthiness.
Prioritize information gain: Remember that AI content can’t conduct primary research — it depends on what’s already on the internet. Use your strengths to create a quality gap between your content and the copycat content that may saturate future SERPs. Consider how your content will add to the discussion in a way AI can’t, like addressing neglected topics, sharing surveys, and sourcing quotes from experts.
Same story, but with a twist: Two blog posts with nearly identical information can still deliver completely different reading experiences. Create a different feel to the same information by playing up your brand’s personality, highlighting a different opinion, or telling your story through the lens of a new metaphor.
Altri appunti sul tema:
Non sarebbe corretto rubare un altro link alla Click This Week, leggete la Click This Week
I maghi professionisti fanno sempre gli stessi giochi perché il loro pubblico cambia, i maghi amatoriali parlano sempre alle stesse persone quindi hanno sempre bisogno di nuovi trucchi, ecco perché MyPenguinMagic fa 1bn di view senza fare adv (io non le ho trovate queste view ma garantisce Seth Godin)
Se sei arrivato fin qui torno serio:
La gente legge meno (guarda i video)
Google porta meno traffico
L’AI ci porterà dopo sui siti web (e fornirà risposte direttamente sulle piattaforme)
È scritto qui. La soluzione potrebbe essere buffa, fare advertising brutale sulle persone più pronte a comprare (ma anche meno culturali, per prodotti più commodity) e branding di nicchia. È possibile fare branding di nicchia fuori dal web? Certo, dai branded event (Kappa Future Festival, Sagra Della Fagiana, B2BDay) agli house Organ (Krang, Maize).
Come è fatto il team di marketing customer delight oriented al tempo dell’AI? Un etto di MarTech, il creativo vero che monta i branded content e il media a supporto. Il piano editoriale ed il media plan non sono morti, ma sono execution necessarie, da fare bene, più video based, sui canali giusti, da scaricare in SERP. E il dato di prima parte? Forse lo peschiamo con la CDP e il tracciamento server side o forse lo chiediamo all’utente con dinamiche inbound tipiche del B2C da applicare al B2B.
C’è un po’ marketing in questo casino. Sbam!