Sarà bello da guardare come un poster di James Dean
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Il pensiero del giorno - I soldi, la vita, la to do list
Stiamo chiaramente scappando da un tema, super discusso, ma non risolto. Il report “State of remote working” ci dice una cosa, anzi ce la mostra:
Quello che le persone non vogliono più non è l’ufficio o il lavoro (lavorare bisogna dico io, lavorare piace dice De Botton), è un obbligo lavoro che ritengono errato e cervellotico. Va poi detto che questo è un “vizio tipico” dei knowledge workers, vai te a spiegare a chi lavora in fonderia che deve lavorare da remoto. Ma sono vantaggi e svantaggi, that’s it. Il CEO di Barker ha detto:
“the rules have certainly changed and we need to change faster than the rules.”
Non è una novità (ed è una cazzata grande come una casa) che il modo migliore per guadagnare di più sia cambiare lavoro. Leggendo un’analisi di marketing brew si scopre che Barker ha distinto due tipi di bonus per i dipendenti:
Funzionali, cioè soldi, per combattere l’inflazione
Perks, cioè bonus ferie e cose simili, per stare meglio
Altre agenzie (qui l’articolo completo) hanno fatto più focus sull’apprendimento come leva di retention delle persone. Io ho capito 3 cose:
L’approccio di tutti è comunque, e forzatamente sarà, massificato. Il sogno infranto del piano di carriera puntuale è un po’ come il one to one marketing, tutti ne parlano ma nessuno lo fa. Ed è paradossalmente giusto così, nessuna azienda è un personal trainer, le aziende ed i dipendenti devono trovare una fitness condivisa e piacersi abbastanza, un po’ come i morosi
Quello che motiva una persona non motiva l’altra, è un algoritmo, non un’equazione
I soldi sono importantissimi solo quando mancano fino al livello dell’abbastanza, poi conta il resto
L’aforisma del giorno
“Life’s a bitch, and so am I..” - Green Day
link interessanti
Un ottimo modo per vuotare le tab di Chrome:
Il libro: Shirley Jackson - La vita sociale delle cose - Arjun Appadurai
L’articolo fighissimo del giorno: Fake it until you f**k it
Il tool mai più senza: Tumblr (è più vivo che mai)
Il tema che non conoscevi e ora conosci: Gli account degli animali degli Instagrammers
Il link che salverà le vostre slide: 9 consigli per creare contenuti social super condivisibili
Altri link
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Vi dirò una cosa di marketing
“Alla fine il canale digitale, è quello più caro”. Frase appena sentita da un cliente. Ci sono tre priorità per chi nel 2022 si occupa di lead generation in filiere complesse, poco importa se sono B2B o B2C:
La generazione del lead deve passare anche da strutture più interessanti della classica campagna, che non morirà ma non può farcela da sola. Qualche idea? SEO, ma anche alleanze B2B, rete vendita, Influencer Marketing. La conversione non può solo fare rima con PPC
La qualifica del lead deve impegnare il 50% del tempo e budget dedicato al tema. Non di sola generation vive l’uomo
L’analisi delle journey nasconde il segreto della lead generation. Dobbiamo essere meno tesi sulla tecnica e più tesi sulla conoscenza dell’utente (chi è causa del suo mal pianga sé stesso, ne ha scritto Gianluca Diegoli sulla sua newletter di oggi, ne ha scritto Enrico Marchetto sul blog di Digital Update, cazzo tutto gratis)
3 domande a: Alessandro Mininno
1) Alessandro Mininno Gummy Industries, ci racconti di graffiti writing?
Se fai una passeggiata in città (Milano, ma anche Rovigo) vedrai dei messaggi ripetuti ovunque. Sui pali della luce, sui palazzi, sui mezzi di trasporto. Dai treni ai tram, dalla metropolitana ai camion.
Questi messaggi tendono a massimizzare la loro frequenza e la loro ripetizione. Sono posizionati in luoghi assurdi, per attirare l'attenzione del pubblico e non passare assolutamente inosservati. Se possibile, sono ogni giorno più grossi e più pervasivi perché competono per l'attenzione scarsa dei passanti.
Di cosa sto parlando? Potrei parlare della pubblicità, invece parlo dei graffiti. È per questo che Gummy ha deciso di far uscire "Graffiti Writing in Italy 1989-2021", il mio libro sui graffiti in Italia.
La gente odia le scrittacce, ma per me è importante comprenderle e documentarle: le idee, gli approcci e i metodi dei writer hanno molto in comune con quelli dei migliori creativi. Non a caso c'è almeno un writer in ogni agenzia pubblicitaria, LOL.
È un libro vero, non parla di marketing. Ha tante figure e si compra qui
2) parliamo di marketing, spesso i tuoi interventi (ti ho rubato una slide) si focalizzano sul branding, è possibile davvero individuare un impatto economico degli investimenti di brand nel business aziendale?
Siamo gente di numeri, Fabrizio io e gli altri. Se non credessimo che il branding avesse un impatto potente e misurabile non avremmo focalizzato tutto il nostro lavoro su questo.
Certo, rispetto alle attività di vendita che sono di breve periodo, spietate e facili da misurare il branding è un inferno.
Per creare un brand servono tanti anni, tanta passione (dove per passione intendo budget) e soprattutto bisogna dimenticarsi del prodotto e pensare alle emozioni.
Misurarlo si può (e oggi le piattaforme digitali ci danno strumenti agili per farlo) ma certamente è molto difficile.
Il mio riferimento è sempre quella bella slide che mi hai rubato (pubblicala qui dai), cioè il lavoro di ricerca dell'associazione dei pubblicitari americani.
Dice che il branding, alla lunga, è l'unica attività che ti permette di tenere alto il prezzo dei tuoi prodotti (mentre le attività tattiche di vendita indeboliscono il pricing). Dice anche che la creatività serve: a parità di budget, una buona creatività moltiplica per 11 volte i risultati che ottieni da una campagna.
Cosa imparo? Che in tema di branding essere estremi, un po' cazzoni e fare cose divertenti ha un buon impatto sul fatturato. Stay cazzons!
3) cosa diresti a un manager ritardatario che sta chiudendo il piano di marketing e comunicazione, all in su nft e metaverso o approccio difensivo per questo 2022?
La risposta giusta a ogni domanda: dipende!
Se il 95% per cento delle aziende italiane (e dei miei clienti e dei tuoi) è una PMI, probabilmente più che investire sugli NFT dovrebbe assumere un marketing manager. Pochissime PMI ne hanno uno.
Lascerei NFT e Metaverso ai pochi brand che possono permettersi queste ciliegine sulla torta. A tutti gli altri direi, prima pensate a fare la torta ^____^
La mia ricetta per la torta:
- il branding è il primo ingrediente e non è sostituibile. investiteci almeno il 50% del vostro budget complessivo
- una newsletter sensata funziona meglio dei social (numeri alla mano)
- Youtube è un canale sottovalutato ma che dà grandi soddisfazioni
- pescate dove ci sono i pesci: se dovete parlare ai sessantenni, tiktok non è la vostra priorità.
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Questa newsletter si impegna a diventare English Free entro il 2030. Mi chiamo Giorgio, faccio l’amministratore delegato di Marketing Arena ed ho scritto Marketing Agenda. Scrivo su Pensiero Industriale