Quel gran genio del mio amico (#lannodeglialtri)
Ho un amico che va dallo psicologo. Ho imparato che se gli offro la cena lui mi racconta quello che gli ha detto lo psicologo. Praticamente io vado dallo psicologo, o a cena, gratis. È figo.
Lo psicologo del mio amico dice che le cose sono come sono. Una frase che suona simile alla già metabolizzata ognuno sta al mondo come può. Questa visione sempre un po’ funcky, un po’ nichilista della vita può portarci a pensare che forse con tanta concretezza si soffoca l’ambizione, me rubaste el sueno. Non è così, almeno per me.
È stato un anno duro, riemergo dalla stanchezza di 350 giorni difficili dopo 4 di mezze influenze e piene dormite. Ed è un anno in cui lavorativamente ho imparato molto, ma forse avrei preferito non farlo. Ho imparato che:
Crescere è una cosa bellissima, ma se i costi crescono più dei ricavi l’utile non cresce
C’è una differenza tra costi e investimenti
In nessun caso la qualità del prodotto deve essere rivista al ribasso
Gestire un’azienda è una cosa complicata. Non è vero che l’imprenditore è quello solo, alle 4 del mattino (l’angoscia, un po’ di vino) a rivedere conti spegnendo la 48sima sigaretta. L’imprenditore è un privilegiato perché riesce a dormire la notte senza farsi mangiare dentro dal rischio di impresa, accettandolo come un amico fragile. Marketing Arena cresce, Raró fattura, tutto alla grande no? No. No perché se sei abituato a qualificarti col primo tempo, non ti piace l’idea di essere ripescato. Non ti piace l’idea che sia un anno duro, ed anche se simpatico deriva da syn (insieme) e πάϑος pathos (sofferenza), soffrire insieme è figo, ma se si può farne a meno meglio.
C’è una lezione in questo a volte vinci a volte impari (o chi vince festeggia chi perde spiega)? C’è. E risiede semplicemente nell’idea che è necessario avere un piano, e misurarne l’andamento in maniera ossessiva e costante. Paradossalmente in questo anno siamo stati meno consistenti che in altri, più eclettici, più bravi, più belli da vedere, più pop, ma meno concentrati, meno parsimoniosi, meno tesi. Il frullatore ci ha frullati.
E c’è del buono? Tantissimo. Non sono mai stato così carico, così incazzato, così deciso a impattare di nuovo. Abbiamo fatto una bella cena coi 55 di Marketing Arena. Tirava bella aria. Forse a volte per progettare il tuo anno migliore, hai bisogno di un anno degli altri. E se c’è una cosa che mi piacerebbe fosse merito dei miei scritti quando farò altro o sarò costretto a non scrivere più, è lo sdoganamento del no sugar business, non ci sono hashtag nel bilancio, non è instagrammabile, non servono filtri.
Che pipppone, c’è un premio? Massì 8 link:
Buon 2023.