“Noi due orfanelli alla roulette
Siamo a Las Vegas sotto un LED” (Achille Lauro)
Siedo sornione nell’area relatori del Web Marketing Festival, forse il rebranding in We Make Future è completo. Incontro Alessio Pomaro, un leader di pensiero nel mondo AI. Devo a lui il titolo di questa Newsletter e lo spunto iniziale. Mi dice che per raccontare l’AI usa la metafora dei Pop Corn, per un bel po’ non succede nulla, poi scoppia tutto in un colpo solo. Mi parla di GR00T N1 di Nvidia, “ma non lo conosce nessuno”. Un sistema che abiliterà i robot a guardare e apprendere dai nostri movimenti, in 11 ore che valgono 6 mesi di training. Il mio umanoide si chiamerà Bro, “hey Bro guarda come si carica la lavastoviglie”.
La conoscenza è scalata e distribuita, ancora una volta gratuita o quasi.
Sono sempre più convinto che l’AI sia una nuova forma di elettricità. La buona notizia è che la cosa è talmente impattante che così tanto rumore, così tanti milioni di (potenziali) disoccupati non possono essere un problema nostro. Di AI ho parlato anche a Lendinara, vicino a Rovigo. Come sempre le domande “dei grandi che non fanno il nostro mestiere” sono tutte concentrare su dati e lavoro. La mia privacy, i miei soldi, i miei figli. È più che giusto.
Il WMF ricorda un po’ la chiamata al “Signor Tenente” di Faletti: ci si va lo stesso.
Ma qui diventa sempre più dura
Quando ci tocca di fare i conti
Con il coraggio della paura
E questo è quel che succede adesso
Che poi se c'è una chiamata urgente se prende su
E ci si va lo stesso
E scusi tanto se non è niente
E diciamocelo, si va “a misurarsi”.
Il mio contenuto nasce al corso di Strategie Di Marketing tenuto a Ca’ Foscari. Si affina a Videns e prende forma definitiva nei due giorni che vedono Deliver Growth (by Marketing Arena) e WMF succedersi a Venezia e Bologna. Il collante è rappresentato da un gatto fatto con Midjourney.
È onestamente un gatto molto bello. Tutto comincia da due dubbi sull’impostazione teorica che ho tenuto fino ad oggi, sulla mia visione di marketing:
Target (personas) e journey non mi bastano più, voglio altro
Le stesse attivano un marketing operativo che dimentica molte delle complessità del più ampio spettro del marketing. Sento che esiste un altro pezzo
Urge un ritorno al marketing strategico. C’è tanto da fare un tal senso ed ho la sensazione che il nuovo marketing si spieghi lungo almeno 5 dimensioni:
Sociologia dei consumi
Branding
Marketing Strategico
Marketing Operativo
Stack tecnologico
Al momento ne ho incluse tre, ci sto lavorando. È nato un modello che chiameremo KTD: Know, Think, Do.
Cosa mi convince di questo modello: porta il marketing strategico tra le note personas e journey e la parte tattica. Ce lo infila proprio.
Cosa NON mi convince di questo modello: le tre dimensioni del marketing strategico non sono ancora perfette, lo migliorerò. Ma quali sono le tre dimensioni?
Attrattività
Crescita del mercato
Redditività complessiva
Stabilità e rischio settoriale
Barriere all’entrata
Forza
Quota di mercato relativa
Capacità di differenziazione
Brand Equity
Know How e Asset Distintivi
Implementazione
Forza vendita e distribuzione
Qualità della comunicazione
Efficienza operativa e IT
Disponibilità e allocazione di risorse
Perché dobbiamo ripartire da qui? Perché l’individuazione di spazi di mercato è più interessante dell’ottimizzazione dell’ultimo Click. Servono ovviamente entrambi ma conoscere il contesto competitivo, il pricing, il retail etc.. è importantissimo. Dove sta nella matrice di Ansoff la gelateria di Vuitton a Forte Dei Marmi? Abbiamo bisogno di pensiero e modelli. Con buona pace del gatto.
probabilmente potresti farti ispirare da Porter. forse è strategia aziendale non solo
marketing