Nidi vuoti
“"Non ho mai pensato molto a come sarei morta. Ma morire al posto di qualcuno che amo è un buon modo per andarmene. Non riesco a dispiacermi delle decisioni che mi hanno portata faccia a faccia con la morte. Mi hanno portata anche a Edward” (Bella, adolescente problematica in Perennials di Mauro Guillén)
Da anni l’ultima settimana di luglio con pochi amici veri è dedicata ad un relax molto diverso da ogni altra vacanza: un buen retiro dedicato solo a spegnere il cervello e dedicarsi alternativamente a bagnetto, birra, libro. Non è solo un rituale, è un modo per dare dignità all’unica cura che esiste: la socialità. L’algoritmo per il 2024 dice Grecia.
È facile arrivare a Kos, da 80 a 200 euro di Ryanair e passa la paura. Che poi la FOMO di Maggio è un po’ uguale per tutti: “ma sarà meglio Paros o Kos? Skiatos o Zante?” E via di messaggi all’amico esperto di Grecia. La sensazione che le compagnie low cost facciano il bello e il cattivo tempo (8 delle 14 destinazioni Ryanair sono italiane) è chiara, ma comincia anche ad esserci altro. I flussi portano una specie di “evoluzione dei luoghi” in ottica di offerta che diviene più complessa e strutturata. Non la vedono i locals, indubbiamente paraculi, ma la vediamo noi: i resort a 5 stelle non mancano ma convivono con l’Hermes Hotel, residence in stile anni 80 magistralmente gestito dall’ennesima famiglia Greca. Il pattern è lo stesso della Taverna Katerina, dove mamma e figli reggono chissà da quanto accesso alla spiaggia e ristorante, dove sarà nascosto il segreto dei calamari più grandi che io abbia mai visto? (sono totani direbbero i maligni)
Fun fact: aver lavorato per anni con aziende del pesce congelato porta a rovinare in pochi istanti la magia
E ci resta male il proprietario della taverna Cavos quando il suo di Calamaro viene rifiutato in malo modo da un turista inglese. Gli dico che deve guardare alla statistica, che non si può piacere a tutti, e ordino un calamaro. A Kos è ancora estremamente chiara e netta la forza dei locals, la stessa che a Venezia e Barcellona è diventata resistenza ma qui non serve ancora, così come è netta l’ascesa dei soldi degli altri, multinazionali e compagnie aeree che scaricano in loco turisti affamati solo di novità e long tail.
Ne hanno parlato tutti (Silvia Moggia meglio di altri), non è di overtourism che interessa discutere anche se ammetto che la No List mi è piaciuta, mi piace di più l’idea dei nidi vuoti, un tema su cui torneremo qui basi sapere che siamo di fronte a una Kangaroo Tribe che sul nuovo individualismo ha costruito (più vittima che carnefice) una specie di idea di famiglia fatta da una persona sola. Cosa c’entrano i nidi vuoti col prendi-e-scappa del turismo moderno? Io ci vedo similitudini in quella paura di prendersi una responsabilità verso un luogo o una persona.
Daniele (non è il suo vero nome ma fa rima con “re del miele” ed io e Carlo ci divertiamo a chiamarlo così) gestisce Dimeli, un bar con cucina espressa di dolcetti a base di miele. Gli accenno del tema, sono terrorizzato che Kos diventi Mykonos, forse più di lui. Che poi a Mykonos ci sono stato mille anni fa e non sono nemmeno certo mi fosse piaciuta. Daniele dice che è possibile, e sciorina il suo disappunto. La gente arriva, si chiude nei resort, beve e fa “il giro delle tre isole”, la porcata più turistica che c’è.
Il punto è che la “scomparsa della classe media” è un problema in ogni angolo del mondo, Kos compreso. Siamo di fronte a turista meno paziente, più cafone, più ricco o più povero di prima, pronto a lamentarsi e incapace di accettare l’errore. La risposta a questo nuovo cliente è varia:
Chi può standardizza, Ryanair
Chi può iper - customizza (iKos)
Chi non può nessuna delle precedenti si difende, magari si lamenta oppure si inventa nuove opportunità come Daniele che pensa di disegnare esperienze per i turisti che vogliono scoprire come viene fatto il suo pregiato miele di Timo
L’aereo che porta a Kos, come gli astanti delle taverne locali, è fatto di coppie o poker di giovani venti/trentenni che cercano di divertirsi ad un costo giusto tra Airbnb, residence e ombrelloni a 9 euro (con due lettini). Si riscopre anche un po’ però il gusto della famiglia tedesca o inglese over 40 che all’Hermes hotel chiede qualcosa di simile a quello che a Rimini è stata la pensione completa dall’Hotel di Nonna Lidia. Quei tempi non se ne sono mai andati, sono solo in calo del 100% l’anno, almeno credo. Io e Carlo ci siamo ancora: fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori dai. (Ligabue)
C’è un problema in tutto questo? Si. La scomparsa delle culture e delle tradizioni. Ne parlavo con Carlotta Berti, influencer veneziana che del dialetto ha fatto un Tone Of Voice e di Venezia una missione ed ossessione. Abbiamo bisogno di mantenere quella cultura che non può diventare museo a cielo aperto, non può diventare isola sempre più piccola da esplorare per cercare un po’ di autenticità. Ma soprattutto abbiamo bisogno di meno arraffoni e più esploratori. Perché come ha detto qualcuno su Instagram, i ricchi non si divertono poi così tanto, se i nidi sono vuoi aggiungo io.