“Dio solo, diceva Leibniz, può vedere qualsiasi cosa o il mondo intero, a partire contemporaneamente da tutti i punti di vista, poiché onora, nello stesso tempo, della sua presenza ubiqua, tutti i luoghi possibili”. (Michel Serres)
È stata una settimana intensa. Guardare il calendario dall’alto fa sempre un po’ di impressione. Ho solitamente un libro per le mani quando scelgo l’aforisma di apertura, ma oggi l’ho pescato da un elogio ad un filosofo francese, Serres, che ha definito la rivoluzione digitale tanto epocale quanto il passaggio dalla preistoria alla storia. Questo gancio arriva dalle riflessioni fatte in una business school dove ci siamo chiesti quale sarà il futuro dell’educazione al tempo dell’AI e non solo. Io ho provocatoriamente detto la mia: dobbiamo accompagnare chi accompagnerà. Il riferimento è agli AI-Cyborg, figure interne all’azienda che più di altre incarnano la competenza AI e al posto di farsi migliorare la produttività del 40% (solito report), aiutano gli altri a far migliorare la propria. Sicuramente controvoglia. Il ruolo della formazione sarà fondamentale, penso che il punto “non colto” non sia tanto quello della dirompenza, piuttosto sarà la velocità nella dirompenza a sorprenderci.
Atterriamo a Heathrow. Cominciamo dalla fine di un breve ma intenso viaggio a Londra, cominciamo dalla carta igienica. Who Gives a Crap è un brand probabilmente australiano che inietta purpose nella più commodity tra le commodity. La quita P.
Il mio viaggio tra i brand UK passa veloce da Cotopaxi, una via di mezzo tra North Face e Patagonia che dimostra la profondità che il trend outdoor_ma_underground_madisinistra_macostoso può raggiungere. Una tradizione che non abbiamo? I cracker di Nancy e Betty, tutte da scoprire invece le teiere di Fors Studio. In picchiata da Selfridges, bellissimi i libri Assouline, ma anche la macchina del caffè da ricchi:
la guida ai ristoranti sarebbe troppo lunga, il più sorprendente forse il Venison On Toast di Brat. Ma veniamo all’esperienza regina: il libro sulla decadenza di Glossier volevo leggerlo dal vivo.
Detta tra noi, prima di doverlo studiare per lavoro a me sto mondo qua non interessava per nulla. Ferragni, Tilbury e compagnia bella.. va detto però che l’e-commerce ed il beauty hanno molto da insegnare (#adv: ad esempio alle ceste di Raró). Vi dico 5 cose dell’esperienza Glossier:
Tu vai in un negozio, come dal salumiere, e devi prenotare. Non fare la coda, prenotare come al ristorante
L’esperienza è quella della visita guidata alla Torre di Pisa: la guida, ed i piccoli gruppi
Prima di entrare nel tempio del prodotto, ti becchi un video immersivo (interessante) ed un tasting di creme e sostanze varie
Poi 6 confessionali in fila, ne prendi uno. Due mani con lunghi guanti rossi dialogano con te, un glory hole del beauty
Dopo circa 5 minuti di prove e interazioni imbarazzanti con queste mani vieni liberato
Ci sono sei prodotti in fila, tra cui un macina pepe Peugeot (se ne parla su Reddit)
Esperienza figa, ma sono perplesso. Se vi aspettate l’elogio del tempio uscite subito da questo contenuto. Ci sono almeno due cose che non quadrano.
La prima è che nella bellezza del marketing non sta la bellezza del conto economico. Siamo di fronte ad un Flagship Store outlier che può esistere solo a Londra ma non c’è alcuna scala scalabile in questo modello. In Italia siamo i meno sorpresi da attività come queste visto che i jeans da 2000 euro li facciamo da anni.
Il secondo punto sta nel product mix: bella l’idea della collezione ma alla fine esci con una crema mani, quasi imbarazzato dalla ritualità del momento.
Probabilmente sono io che non colgo il ruolo di flagship, supporto etc.. Ma Hamleys mi è sembrato altrettanto esperienziale spingendo a bomba sul fatturato. Non si può dire nulla a questo momento rituale, che mi sembra però richiamare, quasi auto-scimmiottandosi, le critiche del 2000 alle cattedrali del consumo
Qualcuno diceva che chi è stanco di Londra è stanco della vita. Londra non stanca mai, ma nel piano di marketing porto più volentieri a casa l’account Instagram di Jellycat rispetto alla crema mani da 18 pound. Si vedrà.
Insomma l'HBS scopre che per usare bene l'Artificial Intelligence non bisogna spegnere la Natural Intelligence :-)