La zuppa inglese
“Con una risata finirà il processo e tu te ne andrai assolto” (Orazio)
Quando ho iniziato a scrivere questa newsletter mi sono dato una sola regola: scrivi solo se hai qualcosa da dire. Questa settimana non avevo argomenti, citando un Baccini per pochi:
Non avere argomenti
È triste se si crede
Di dare insegnamenti
A chi sa più di te
Io non ho da insegnare, quindi triste non sono. Poi però sono andato in palestra. Non nascondo che mi prude molto l’aver dovuto cancellare un post da Linkedin. Al commento 90 e visualizzazione numero 30.000 ne ho avuto abbastanza della ridda tra lovers & haters. Spostiamo quindi in territori più coccoli le riflessioni. Nel mio post sostenevo che il giovane che si è rifiutato di andare a lavorare alle 8 del mattino perché doveva andare in palestra è figlio e padre di una narrazione del work-life balance che è, appunto, una narrazione. La mia grande colpa è stata quella di sostenere che lavorare è un privilegio. Apriti cielo, Pippo37 non tollera, IL LAVORO È UN DIRITTO, sbotta dando fiato alle tastiere. Chiedo umilmente conto del 21% di disoccupazione giovanile e della coesistenza di tale dato (non opinione) con il suddetto diritto. Magari anche della signora che piena di dignità ieri si scaldava nella sala Bancomat di Intesa Sanpaolo a Rovigo. Ma Pippo non sente ragioni: sono un matto capitalista, ma soprattutto figlio della cultura tossica del Veneto. Ne esco scottato, ma non ripeterò questo errore. Condividerò educati post di marketing, i Google leaders ci dicono che il futuro del marketing passa dai seguenti asset:
Marketing equals value creation.
The future is first-party data.
A modern media plan should be 360 degrees.
Generative AI is a creative’s best friend.
Scherzavo. Torniamo in palestra. Di buon mattino a sfacchinare alla chest press c’è Alessandro, amico di vecchia data. Suo fratello Pepe è autore della forse unica meta italiana in mezzo ai pali in terra Inglese (e al Dio degli inglesi, non credere mai).
Alessandro e Pepe (Andrea) gestiscono la Trattoria Da Rossi, un luogo iconico in provincia di Rovigo. Un luogo dove Dirk Naudé sedeva dalle 19 su una cassa di birra al posto della sedia, e verso mezzanotte la birra era finita. Tutta la cassa, poi dormiva li. Dirk Naudé è anche l’autore di una epica, la Dirk, che consiste nel colpire con una carezza il viso della prima linea avversaria in mischia, la carezza dovrebbe partire da dietro, dalla seconda linea. Dirk è anche quello che a detta di mio padre festeggiò lo scudetto facendo a testate con alcune grondaie rodigine, ma soprattutto fu il pilota di una Fiat 500 cui venne tolto il sedile davanti per permettergli di arrivare ai pedali rispettando le proprie misure. Alessandro mi dice che ieri sera era tutto pieno, e che lui avrebbe voluto aprire anche la veranda ma non trova camerieri. Gli ultimi due si sono licenziati per andare a lavorare da Amazon. Il sabato e la domenica la non si lavora, e tutto sommato non è male. Sono stati rimpiazzati da un signore che, separato, fa l’operaio durante la settimana e il cameriere nel week-end. Ieri sera da Rossi io c’ero a fare etnografia sul campo, a comprare autenticità. Questa newsletter parla proprio di quel mix di autenticità e nostalgia che ci vede aggrappati a un artigianato che vediamo volare via: dal produttore di coriandoli fatti a mano alle zuppa inglese e panna cotta della mamma di Alessandro. In palestra è stato tutto in discutere del fatto che la panna cotta non passa in forno, fa tre ore in acqua bollente (credo si dica a Bagno Maria) per esplodere poi nei palati (non) fini dei rugbysti locali.
Quel “Giorgio, saremo gli ultimi” di Alessandro si riferisce alla vista delle sfogline locali o alla degustazione dei salami fatti in casa o degli gnocchi zucchero e cannella sempre più difficili da trovare. Eh già, il piatto tipico di Rovigo. Come si mangiava in aereo negli anni 50?
E se i brand stanno puntando sulle cattedrali, la GenZ non vuole sentire ragioni: il futuro è il quiet luxury. Mi sembra siamo testimoni di uno strano giro di boa: le persone difendono con grinta il proprio tempo, ma al tempo stesso i custodi della tradizione e di una serie di lavori che nessuno vuole più fare sono gli ambasciatori del nuovo lusso artigiano. Insomma se la domanda qualifica l’offerta c’è un problema: non si è in grado di erogarla per mancanza di forze fresche in grado di lavorare in orari e modi discretamente disagevoli o usuranti. Ne va di mezzo il servizio: Alessandro ha capito che può aprire il giovedì semplicemente facendo doppi turni al sabato e vendendo per asporto qualche salame di casa. Chi glielo fa fare di pagare i dipendenti il martedì?
I mutamenti sociologici sono sempre alla base di quel mercato che il marketing cerca di raggiungere. Ieri abbiamo portato i ragazzi del Master SBS a Casa Milan:
è stato davvero interessante, e quando uno dei gruppi si è focalizzato sugli e-sports ho tirato fuori dal cilindro Nonno Ansoff:
Nuovi prodotti e nuovi mercati: diversificare. Tutto sommato è come se Alessandro iniziasse a vendere corsi di pasta fresca (nuovi prodotti) alla GenZ (nuovi mercati). La diversificazione ci salverà dal fallimento, ma non dal rigurgito della nostalgia.