La valigia sul letto
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Il pensiero del giorno - Piattaforme ribelli
La storia di Shopify comincia con una presa di posizione filosofica sull’armare i ribelli contro Amazon. In un post davvero molto bello su The Rebooting, Brian Morrisey equipara Shopify a Substack e parla della differenza tra un tool (come ad esempio Squarespace) ed una piattaforma che punta ad abilitare a tutto tondo il tema “commerce”. C’è anche un tema di branding:
Nobody says they write a Mailchimp, but they do say people are “Substack writers.”
Substack, con la pubblicazione della nuova app, punta a diventare un “Primary engagement media” ma l’autore ci va giù duro sostenendo che l’app fallirà.
Il punto estremamente interessante è legato all’evoluzione dei modelli di business delle piattaforme, nello specifico Shopify sembra voler mantenere un modello molto verticale sul proprio mercato divenendo “il re del B2B” e servendo le aziende in maniera globale. Da questo modello invece sembrano sganciarsi non solo realtà come Substack che sente le sirene dell’app B2C, ma anche piattaforme come Klarna che vedono chiaramente due macro mondi da sviluppare (e forse revenue stream)
Il servizio B2B
la piattaforma di discovery B2C (sia essa app o portale)
Denaro e tecnologia sopra, dato e traffico sotto. È un modello almeno pericoloso. È vero che queste realtà non hanno problemi di denaro, ma non è solo quello a fare la differenza.
Substack non fallirà, anche perché l’inerzia è un grande motore e il volume che questo progetto è riuscito a costruire è molto ampio. La sfida sarà però quella di divenire leader in un mercato ancora tutto da costruire, anche perché in molti cominciano a borbottare di fronte alle troppe newsletter ricevute. La sensazione è che questo mondo si assesterà con alcuni che molleranno il colpo ed altri che diventeranno a loro modo leader.
L’aforisma del giorno
“Dove fanno il deserto, lo chiamano pace” - (Publio Cornelio Tacito)
link interessanti
Un ottimo modo per vuotare le tab di Chrome:
Il libro: Design Yourself - Giust / Correale
L’articolo fighissimo del giorno: What happened to Starbucks? How a progressive company lost its way
Il tool mai più senza: Beehiiv
Il tema che non conoscevi e ora conosci: Come usare la Facebook AD library
Il link che salverà le vostre slide: Instagram SEO
Una cosa figa
Con Gianluca Diegoli abbiamo pensato a un esperimento, chiamato in codice Marketing Xchange. Due ore a tu per tu con un marketing manager o un imprenditore, per fare assieme un brainstorming aka serious game sulla strategia e trasformazione digitale dell’azienda. È gratis, ci si candida qui.
Altri link
Real Time Marketing:
Disney+ introduce la pubblicità
What makes a great opening line (via link molto belli)
L’uomo di marketing e la fase anale (via Gianluca Diegoli)
Voglio andare a vivere in campagna: Spotify diventa il partner ufficiale dello stadio Camp Nou di Barcellona. Da segnalare anche la sempre maggiore attenzione al Sound Branding nel marketing. Nello specifico per la campagna di lancio della maglia 2021/2022 è stato studiato un motivo musicale ad hoc.
L’uomo che ha vissuto 20 anni in navi da crociera
Mettere questo link ti renderà figo. Anche cliccarlo. Anche condividerlo: I bot e la Play Station 5 (via link molto belli)
Ho l’influenza
Gli NFT sono in arrivo su Instagram
Ukrainian influencers bring the frontline on Tik Tok
Link molto belli chiude la sua versione a pagamento, ho pensato più volte di aprire una newsletter a pagamento ma ho sempre avuto paura di poi doverla chiudere, non la aprirò.
È stato pubblicato lo Stanford University AI Index
Cose che non sapevo dove mettere + 1 link intergalattico
Ne verso metà:
Le crypto possono aiutare l’Africa
Il carbon footprint dei voli intergalattici
Vi dirò una cosa di marketing
Vi avevo promesso che avrei studiato questo articolo. A colpirmi è stata, su Linkedin, l’intensità e la qualità dei commenti. Grazie ad Andrea Vit ho scoperto che i grandi brand non arrivavano impreparati, ed un’analisi di marketing molto lucida l’ha fatta il Prof. Marco Bettiol, la riporto:
Credo che l'attuale difficoltà sia dovuta ad altri fattori. Il primo prima riguarda la qualità del prodotto e la capacità di fidelizzare il consumatore. Mi viene il dubbio che forse tutto il marketing digitale dispiegato dai vari Warby Parker e soci abbia fatto perdere di vista il fatto che il consumatore voglia un prodotto all'altezza. Il secondo riguarda la logistica post-covid e l'attuale fase di globalizzazione. Queste aziende non sono nate dal prodotto ma da un'idea di marketing. Niente di male in questo anzi. Tuttavia si sono sempre basate su una ipotesi di globalizzazione senza intoppi. Il modello vendo online, faccio fare in Cina e poi distribuisco è oggi più costoso(difficile). Terzo, le valutazioni eccessivamente ottimistiche da un punto di vista finanziario che hanno ipotizzato multipli di crescita simili alle aziende digitali non tenendo conto che le aziende operano in mercati molto affollati dove i competitor non stanno a guardare.
Insomma: il DTC non è morto, ma il DTC senza prodotto e visione e solo “ad-based” non se la passa così bene.
Imparare l’inglese
Rubinetto Aperto —> Open Spigot
KPI
Il 43% dei siti internet mondiali gira sotto Wordpress. In questo articolo il CEO spiega l’evoluzione dei modelli open source (interessantissimo)
Kudos
Hire for Ukraine è un progetto per connettere l’industria creativa ai rifugiati Ucraini
Ma la moglie di Anselmo, non lo deve sapere
Questa newsletter si impegna a diventare English Free entro il 2030. Mi chiamo Giorgio, faccio l’amministratore delegato di Marketing Arena ed ho scritto Marketing Agenda. Scrivo su Pensiero Industriale