“Una delle cose più importanti che si imparano da Internet è che non c’è nessun “loro”. Ci sono un sacco di “noi”. (Douglas Adams)
C’è stato un tempo in cui su Facebook si parlava in terza persona. Gli status erano qualcosa come “pensa che oggi si annoierà”, ma in realtà si stava parlando di noi. Al tempo mi giocavo una frase, divenuta iconica per il poco pubblico che posso vantare: slidificio aperto. Credo funzionasse come concetto perché faceva sentire sulla stessa barca i consulenti conferenzieri sballottati su e giù per l’Italia perché “l’orchestra da ballo c’ha un’altra serata a Pavia” come dice una bellissima canzone di Ligabue. Recentemente ne ho indovinata un’altra che suona più o meno così:
Ho fatto colazione in posti peggiori
Virabile a piacere in “ho lavorato in posti peggiori”, cenato, bevuto, ballato (rhythm and blues). Oggi Cristiano Carriero e il team de “La Content” mi ospitano a Bari per il Neverending Storytelling Festival, ed io li ripagherò con uno speech che qualche bordata allo storytelling la tirerà, però ragionata. Il mare a sinistra è una sua frase, riuscita come quelle sopra, che racconta quel south working secolarizzato dalla volontà e tenacia, senza fronzoli o sovrastrutture: si lavora e si fanno le cose.
Sarà che il 30 ottobre sono 40, ma io di fare cose che non mi piacciono non ne ho mica più voglia. Ed è bello trovarsi in prima classe senza chiederlo o ricevere una mail che dice che per ogni cosa il team c’è. Il nuovo lusso è l’approccio concierge.
Parlerò di parole. E sono partito nel costruire la presentazione con l’idea di fare show, però poi mi sono ricordato che se vuoi fare i soldi non devi parlare di soldi. Il contenitore è il tuo limite, ma non può essere il tuo obiettivo: stavo montando un Tedx solo perché mi aspetto di essere in un teatro: sarebbe stato uno spettacolo introflesso, avrei parlato per me: capita al 90% di noi. Poi ho visto la foto del rotolo:
L’autore di questo pezzo di bravura è il compianto Carlo, l’amministrativo di Marketing Arena che ha cambiato lavoro. Ho pensato che avrei dovuto parlare per chi ascolta perché se scelgo il meglio per me, agli altri darò il meglio che ho da offrire.
E allora, come sempre, ho montato un Framework. Di solito nelle mie presentazioni è la slide più fotografata, perché? Forse perché le persone hanno una bramosia per l’ordine, oppure perché non lo fanno in tanti. Porterò il pubblico al mio framework con qualche considerazione sulle storie (che spesso sono aggregati di parole, proprio come il pane è un aggregato di acqua, sale e farina, ma poi diventa altro).
Si possono scrivere storie per le persone, come quando abbiamo realizzato Prosecco.it ed abbiamo dovuto far coesistere nella stessa home page un sacco di “Personas”
Si possono scrivere storie per l’esposizione (a proposito è uscito un aggiornamento sul messy middle), come fa benissimo Maize che lancia Formula, un Podcast che racconta le organizzazioni
Si possono scrivere storie per la considerazione e la decisione che rafforzano il brand, come Wolf per Hype o The Furrow, il magazine di John Deere. (In proposito faccio una cosa che non faccio mai, a Marketing Arena siamo bravi a disegnare questi progetti chiavi in mano e io credo che l’house organ sia uno dei più bei progetti che si possono fare, se non ci credi leggi qui, se vuoi sviluppare un progetto di house organ per la tua azienda scrivimi una mail)
Si possono scrivere storie per vendere, come fa il mio dentista con il suo test per gli impianti
Si possono scrivere storie per il personal branding come fa Giulio, che sta girando l’Italia con il suo Periferie Competitive, un bel libro che posiziona
Recentemente ho lavorato con Writec che trasforma in storie l’informazione tecnica, ma anche con Fluente Languages che ha costruito un business attorno a un bisogno, ma soprattutto alla storia che si racconterà per soddisfarlo
Si può anche diventare cercatori di storie, cerchiamo ad esempio di farlo con Raró di cui ho parlato più volte: i calendari dell’avvento sono spaziali (vi lascio qui 10 EURO di SCONTO su tutto il sito, senza limiti minimi, coupon code: STORYTELLING10 )
Il framework, dicevamo:
Questo framework piacerà, ma non è proprio un framework. La sequenzialità infatti è un po’ forzata, però non è neanche malissimo :-)
Che fantastica storia è la vita.
La migliore newsletter che abbia letto quest’anno. E siamo al 27 di ottobre. Ps. Buon compleanno, da una nuova ammiratrice delle tue parole scritte :)
Augurissimi di buon compleanno anche da Stefan Sagmeister che ti dice “no fucker, you are not a storyteller, you are a rollercoaster designer and that’s fantastic” https://youtu.be/UlkIVIau1Nk?si=omxObnMaZAkHI-98