A me di Roma piace il Rap
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Il pensiero del giorno - La camera dei salami
In veneto c’è un detto che fa più o meno così: “credi che io sia nato nella camera dei salami?”. Il concetto è più o meno lo stesso di Machete quando ci ricorda di “aver scelto il messicano sbagliato”. Il nato nella camera dei salami sarebbe sostanzialmente una persona poco bright e smart. Ieri mi sono fatto una bella chiacchierata con l’amministratore delegato di MOCA, un’agenzia figa. Abbiamo investito un’oretta a chiederci perché le persone pensino che le agenzie possano essere un posto dove, nell’ordine:
(concorrenti) fregarsi reciprocamente i dipendenti (quando a farlo non sono addirittura i tuoi clienti)
(clienti) scaricare progetti senza visione
(lavoratori) esercitare il proprio buono sconto per il parco giochi con richieste assurde
Come vedrete anche dal grafico che chiude questa newsletter, il mercato è ancora solido. L’investimento in advertising crescerà, le persone comprano le cose, i progetti ci sono. Non c’è davvero tempo per correre dietro a chi sostanzialmente non ha trovato il proprio posto nel mondo.
Le persone più interessanti, come Andrea (l’AD), hanno ben chiaro in testa che siamo qui a fare marketing e comunicazione per portare avanti la nostra onesta missione nel mondo. Non lo salveremo (purtroppo, visti gli accadimenti)*. La riflessione del giorno è solo questa: non pensare che le persone con cui lavori, i tuoi concorrenti o i tuoi fornitori siano nati nella camera dei salami, perché non è così.
* Penso che l’ipocrisia di fermare le macchine o cambiare il TOV di una newsletter di marketing perché c’è la guerra non se la meriti nessuno. Siamo angosciati ma solo pochi di noi come sempre stanno facendo qualcosa davvero. Io la guerra la sto seguendo principalmente dal profilo Instagram di Slava, ha già raccolto dei soldi, nel raccoglierà altri. Forse è un buon posto per iniziare ad essere migliori. Come dice lui:
“Il mondo è pieno di guerre e questa non ha nulla di speciale”
L’aforisma del giorno
“Marketing is like sex, only losers pay for it” - (Chaos Monkeys - book)
link interessanti
Un ottimo modo per vuotare le tab di Chrome:
Il libro: Da Zero al Brand - Bavuso / Cardone
L’articolo fighissimo del giorno: L’arte di rendere virale una notizia
Il tool mai più senza: BuilderBOT
Il tema che non conoscevi e ora conosci: Display advertising senza cookie di terze parti
Il link che salverà le vostre slide: L’importanza del response time nel B2B
Una cosa figa
Con Gianluca Diegoli abbiamo pensato a un esperimento, chiamato in codice Marketing Xchange. Due ore a tu per tu con un marketing manager o un imprenditore, per fare assieme un brainstorming aka serious game sulla strategia e trasformazione digitale dell’azienda. È gratis, ci si candida qui.
Altri link
Real Time Marketing:
Tik Tok allunga a 10 minuti la lunghezza massima dei propri contenuti, non tutti sono contenti
L’irresistibile ascesa degli scam Tik Tokers
Voglio andare a vivere in campagna: Il primo banner della storia
I 30 anni di Disneyland Paris
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Mettere questo link ti renderà figo. Anche cliccarlo. Anche condividerlo: How big technology systems are slowing innovation
Ho l’influenza
Yamamay lancia una campagna Cross Generation
Cose che non sapevo dove mettere + 1 link artificiale
Ne verso metà:
Le grandi aziende brevettano cose nel metaverso
Pacsun entra nel metaverso
Il ruolo della SEO nelle strategie di crescita
Vi dirò una cosa di marketing
Dipendere dalle piattaforme: Joe Speiser si lancia in un tweet stream in cui ci racconta come ha perso il 90% del suo traffico, e 100 milioni e 110 dipendenti a causa della dipendenza da Facebook. Due lezioni:
la risposta "sarebbe bastato alzare l'adv" non regge, il punto è che l'adv portava il 10% del margine e l'organico il 90%. Sappiamo bene che è "sbagliato" attribuire in questa maniera i margini, ma è giusto dire che "l'adv che serviva per supportare questa azienda non era sostenibile nel suo business plan"
Speiser è probabilmente più intelligente di molti di noi, sa che l'affidarsi a Facebook del suo business è stato un suicidio, ma non c'erano reali alternative di diversificazione (secondo lui)
Imparare l’inglese
Avviso di burrasca —> Gale Warning
KPI
Digital Ad Spending nel mondo
Kudos
L’11 marzo esce design yourself, il libro di Giada Correale e Serena Giust di cui ho scritto la prefazione
Ma la moglie di Anselmo, non lo deve sapere
Questa newsletter si impegna a diventare English Free entro il 2030. Mi chiamo Giorgio, faccio l’amministratore delegato di Marketing Arena ed ho scritto Marketing Agenda. Scrivo su Pensiero Industriale