Il Lidl di Kalamata
“The difficulty lies, not in the new ideas, but in escaping the old ones” (John Maynard Keynes)
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Torna l’assessment gratuito del piano marketing con me e Gianluca Diegoli: un’oretta di chiacchierata, insight e proposte di miglioramento. Ci si candida da qui
Secondo l’AI io e Gianluca che diamo consigli siamo fatti così, e tu che ti candidi sei il partner che esulta. Ma penso di aver sbagliato prompt
Ieri ho parlato al WMF, semplicemente un must per i marketer, ma anche una grande possibilità per nutrire l’ego dei relatori. Come ha detto Cristiano Carriero (è uscito il suo Professione Content Marketer): “il difficile non è parlare al WMF, è parlarci per 10 anni di fila”. Un po’ come le 6 champions di Carvajal, Modric e Kroos, solo che il Real Madrid del web marketing ha come punte Carriero, Skande e Diegoli. E proprio per rimanere sulla cresta dell’onda devi trovare sempre un contenuto nuovo, interessante, devi pensare. Ho voluto cominciare dalla storia del Lidl di Kalamata, popolosa città greca in cui il mio amico del tennis (l’altro è il maestro) sverna parecchi mesi l’anno.
Il sig. Borsetto mi ha detto “Giorgio, i greci non li amano tanto i tedeschi, quindi mi chiedono sempre perché ci vado, al Lidl di Kalamata”. Ed io ho pensato al mercato, ed ho pensato al fatto che citando Adam Ferrier “Non esiste un direttore marketing al mondo che sia pagato per essere contento dello status quo”. Come mapperanno in sede centrale alla Lidl il livore culturale degli eredi di Gianīs Varoufakīs? E poi ho tirato per terra 10 parole, per parlare di marketing davvero:
Mercato, citando la rumbase di Velier che ci fa capire come oggi un rum possa valere 1000 e fra 1 anno 500 o 2000, come inseriamo nel ROAS questa variabile?
Margine, spiegando che la mia mamma quando vende una cura per capelli ha un CPL di 20 euro e un margine di 1000, magari quando vende un trapianto ha un CPL di 80 e un margine di 5000, chi ne tiene conto?
Disallineamento, sostenenedo che non possiamo più permetterci di ignorare statistiche rilevanti (esempio? Le aziende pensano che il 75% delle proprie comunicazioni siano personalizzate, i consumatori pensano che questa percentuale si attesti al 17%). Quando ho detto al bravo Marco Ziero che mi sembra siamo troppo preoccupati dalla tecnologia (first party data, CDP) e troppo poco dal mercato e dalle persone mi ha detto: “è ovvio, è quello che vendiamo”
Società, ricordando i brand più popolari per la GenZ ed un bel report tutto da leggere
Strategia, elogiando la troppo dimenticata matrice di Ansoff e raccontandone i quadranti (per chi volesse divertirsi a indovinare in che quadrante stanno, i 4 casi ho citato sono: Credem che alza al 4% il tasso del conto deposito, Raró che crea da zero un Gin, Estetista Cinica che apre in Spagna ed Amazon AWS)
Ho poi parlato di brand ipotizzando come la ruota delle emozioni di Gloria Willcox possa essere la fonte attivatrice dei trigger del messy middle che tanto cerchiamo
Sono andato giù duro sugli umani riportando in vita un articolo troppo presto accantonato che spiega come l’unico futuro possibile possa essere legato a segmentazione comportamentale e psicografica
Ho parlato di vendite, citando i casi Nonnalive, Rifò, Newmartina e Dalfilo
Ho parlato di misurazione e cultura tecnica spiegando che non possiamo non conoscere la macchina, ma dobbiamo forse aver paura della bestia, cioè del costo effettivo dello stack di marketing (i libri stand out or die e company of one ben chiariscono questo tema)
Da ultimo ho parlato di New World Model citando un libro che mi ha davvero colpito: How Brands Grow e riportando i principali cambiamenti che lo stesso cita
Avere occasioni per studiare è sempre una cosa bella. Rispetto ai mega trend credo che stiamo sottovalutando il futuro delle vendite, questa slide di Paolo Picazio ad esempio mi manda ai matti per l’importanza che ha:
L’AI in realtà la capisco ancora poco, però faccio le immagini belle, eccone una!
La mia posizione è che i casi d’uso siano ancora troppo pochi
Disclaimer
Sto facendo un esperimento in vista dell’uscita del mio libro, ogni link ai libri contenuto in questa newsletter è “affiliato”, quindi nel caso ne abbiate comprato uno, io avrò guadagnato il 3/5% del prezzo di copertina. Volevo dirvelo per onestà. Mi sembra un modo meno invasivo di monetizzare senza sponsor, ma penso mi stancherò presto.